2014 / pag. 112 / € 15
ISBN 978-88-98671-43-4
Farsi protagonisti di un gesto artistico: comprendere il mondo in questo tempo e in questo luogo, cioè afferrarlo e, poi, gettarlo al di là di “questo” tempo e di “questo” luogo; verso ciò che deve essere ancora, chiamando il futuro nell’abbraccio del legame amoroso con il linguaggio che li racconta. E che, a sua volta, è stato assunto dalla quotidianità solo perché quest’ultima possa essere ridetta e riscritta. La realtà oggettiva e la lingua che la esprime sono, infatti, così strettamente legate che il mondo può avanzare solo a patto che la lingua avanzi oltre sé stessa seguendo immaginazione e libertà. La lingua costituisce la spia più rilevante del mutare del mondo [...] Il linguaggio non può parlare solo di sé stesso, perché cessa altrimenti di essere uno strumento conoscitivo. Né la materia che percepiamo può restare orfana del linguaggio dell’arte, perché rischierebbe di apparire solo un’accozzaglia insensata di oggetti. In questo senso l’arte è una religione [...] Che sia venuto il momento di non prenderci più in giro? Di fare anche nel campo dell’arte un’onesta “spending review”?
[Franca Alaimo]